Autodromo del Mugello, sesta gara del campionato mondiale MOTO2. Siamo nel tempio del motociclismo, alle Arrabbiate, alla San Donato, al Torrentaio e alla Casanova-Savelli, dove sul palco corrono i più forti piloti del mondo, dove i colori impazzano, quelli gialli di Rossi, quelli blu di Iannone, quelli rossi di Dovizioso. La tavolozza può andare avanti, con i fans di Marquez, Lorenzo, Petrucci. Ma se in MOTOGP è Lorenzo e la Ducati a far sorridere i tifosi, almeno i suoi, in MOTO2 è Locatelli e il Team Italtrans Racing a far sorridere i tifosi. E non solo i suoi, ma anche quelli di Mattia Pasini, del pubblico riccionese, dell’intera Romagna, che trova in questo 21enne di Selvino, il pilota giusto per battere le mani, per infondere coraggio e grinta, per gridare “Dai!”. E con loro anche il team, orfano della prima punta, del poleman di giornata, del già vittorioso lo scorso anno al Mugello. Ma tutto questo è retro-Pasini.

L’edizione 2018 del Mugello, invece, lancia in orbita Andrea Locatelli, in modo pieno, forte, chiaro. Cade Pasini alla San Donato, e tutti a guardare dove si trova Locatelli, è normale, è l’altro pilota, il secondo del Team Italtrans Racing, e non è nelle posizioni “da limbo”, che oscillando fra il decimo e il quindicesimo posto, a cui ci aveva abituato fin qui, in un secondo anno di classe intermedia dove peraltro sta facendo molto bene, rispetto alla scorsa stagione, quando era “in prova” e stava capendo cosa fosse questa MOTO2.

Ora, invece, dopo il primo “salto” di questo inizio di stagione, che lo ha visto saldamente “a punti” in quattro delle cinque gare del torneo, ecco l’altro “salto”, quello che ti aspetti, prima o poi, da un giovane pilota come lui, già rookie consolidato (2017) e ora al secondo anno (2018) nella classe intermedia: la “top ten”.

E vuoi per un motivo (la caduta di alcuni piloti), vuoi per un altro (la sua tenacia e la sua determinazione… e il fatto che non cade come altri), ecco che Locatelli guadagna l’ottava posizione in classifica nel GP d’Italia Oakley, proprio al Mugello, nel tempio del motociclismo. Un risultato eccezionale, straordinario, incredibile, che fa saltare in piedi gli appassionati di moto “made in Bergamo” (certamente noi, che abbiamo sempre creduto in “Loka”, già dal suo esordio in MOTO2), che premia la sua volontà, la sua costanza, la sua generosità. Sì, perché, quando entri fra i primi dieci si è al top, in cima, fra i grandi: non si sta battagliando con Nagashima, Quartararo, Gardner o Manzi, ma con Corsi, Vierge, Marini e altri che è da anni che corrono in questa categoria, veri marpioni, ossi duri.

Bravo, questo è quanto ci sentiamo di dire oggi ad Andrea Locatelli. Bravo! Sei arrivato a percepire l’ebbrezza della “top ten”, il posto che vale, che sa di grande risultato, di punti pesanti, di pacche sulla spalla, di complimenti da parte degli altri piloti del circus, di alcune righe in più sui giornali, di considerazione. Ma ora bisogna ripetersi, confermarsi, starci. Per rilanciarsi verso altri traguardi, la “top five” e poi ancora più su.

Ora, dopo gli 8 punti guadagnati al Mugello, Andrea Locatelli è 15° in classifica generale (sic!), con all’attivo 16 punti.

Per la cronaca, all’Autodromo del Mugello si impone il portoghese Miguel Oliveira, autore di una sfida continua, negli ultimi giri, con Lorenzo Baldassarri e Francesco Bagnaia, che riesce però alla fine ad avere la meglio, portando alla vittoria la Red Bull KTM Ajo. E’ il primo pilota non italiano a salire sul gradino più alto del podio in queste prie gare di stagione. Secondo è l’italiano del team Pons HP40 Baldassarri, mentre chiude il podio lo spagnolo Joan Mir, che batte il leader iridato Bagnaia (dolorante ad un braccio). Una gara bellissima, anche se al 14° giro ha perso il suo protagonista principale: l’uomo della pole, il riccionese Mattia Pasini, del Team Italtrans Racing, caduto alla San Donato, mentre era al comando con mezzo secondo di margine.

Out Pasini, il gruppo si è ricompattato e negli ultimi due giri i quattro in lizza sono stati entusiasmanti, con sorpassi e controsorpassi spettacolari. Soprattutto Baldassarri e Oliveira, che inscenano un duello senza esclusioni di colpi fino alla bandiera a scacchi. Lo spunto giusto è quello di Miguel Oliveira, che all’ultimo giro riesce ad accumulare un piccolo margine di sicurezza che gli permette di chiudere davanti a tutti: Baldassarri, Mir, Bagnaia. Alex Marquez è quinto, seguito da Brad Binder e Luca Marini.

In classifica generale, Bagnaia continua a comandare, ma con soli 13 punti su Oliveira, con Baldassarri terzo a 27 punti.