Il Team Barni Racing c’è, e anche alla grande. Presentatosi alla vigilia della gara di apertura del mondiale Superbike, andata in onda il 24 e 25 febbraio, sulla pista di Phillip Island, in Australia, come il team “privato” da battere, forte del grande successo registrato nel 2017, il team bergamasco diretto da Marco Barnabò ha fatto ancora meglio, al di là di ogni più rosea aspettativa. Certo, l’ottimo stato di forma del suo pilota, lo spagnolo Xavi Forès, era nell’aria, visto che nelle due giornate di test ha fatto vedere cose egregie, portando la sua Ducati Panigale R a tempi interessanti; anzi, nella classifica combinata dei tempi, Forès  ha fatto segnare il 5° tempo parziale, dietro solo alle due Kawasaki di Rea e Sykes, all’Aruba di Melandri e all’Aprilia di Laverty.

In “gara 1”, infatti, ha conquistato uno stupendo quarto posto, appena di poco sotto il podio, capaci di beffare anche il tre volte campione del mondo Jonathan Rea. Già con questo risultato si poteva inneggiare, anche perché si dimostrava di essere la miglior moto dei team “indipendenti”. Ma no, Xavi Forès ha voluto fare di più. E domenica mattina, in “gara 2”, è riuscito a salire addirittura sul podio, conquistando la terza piazza e riportando un team “indipendente” sul podio dopo un anno dominato in lungo e in largo da quelli ufficiali. Un grande show, che esalta la forza della sua Ducati, ma soprattutto il grande lavoro di squadra del Team Barni Racing, cioè una struttura privata che ha sbaragliato la concorrenza nel grande mondo delle case “ufficiali”: niente da dire.

A bocce ferme, però, è giusto sottolineare la grande prova di Forès. Perché non è un terzo posto lontano dai battistrada, ma un terzo posto sudato in bagarre. Infatti si è giocato la vittoria fin sotto la bandiera a scacchi: scattato dalla pole position, ha corsa una prima parte di gara a corrente alternata, poi fra sorpassi e contro-sorpassi ha preso la testa del gruppo al 7° giro, restando al comando fino al pit-stop del decimo passaggio, in compagnia di Rea e Van Der Mark.

Al 13° giro, poi, Forés si è ritrovato terzo, ma subito dopo alcuni giri, grazie alla caduta del leader Chaz Davies, è tornato in vetta alla gara. Il colpaccio era vicino, ma, in lotta con Rea e Melandri, nell’ultimo giro ha fatto un piccolo errore, che gli ha fatto perdere alcuni metri, decisivi per non poter battagliare per la vittoria. Anzi, ha poi rintuzzato gli attacchi di Sykes, assicurandosi un meritatissimo terzo posto e regalando al Team Barni Racing di Calvenzano (BG) il secondo podio nel mondiale

Ma andiamo al round australiano. A surclassare tutti è stato Marco “Macio” Melandri che, dopo aver conquistato sabato, in “gara 1”, con un capolavoro di strategia, la prima casella del podio, battendo  la Kawasaki di Tom Sykes e l’altra Panigale del compagno di team Chaz Davies, ma soprattutto lasciando in quinta posizione il campione del mondo Jonathan Rea, domenica mattina, in “gara 2”, nella rivincita, ha fatto il bis, rimontando dalla terza fila (handicap per il vincitore) e bruciando in volata un più sprintoso Jonathan Rea, pupillo di una Kawasaki che non sembra più così imbattibile come nelle precedenti tre stagioni. A completare il podio, come detto, proprio il bravissimo spagnolo Xavi Forès, pilota della bergamasca Barni Racing.

Melandri conquista così una “doppietta”, un ottimo risultato, beneaugurante per il campionato, che mancava dal round di Jerez del 2014, quando correva con l’Aprilia. Ora, è allarme in casa Kawasaki, che dopo i test invernali sembrava destinata a dominare anche questa stagione. Rea e Sykes sembrano un po’ appannati.

Ora, in classifica generale, dopo una gara su 13, Melandri è primo con 50 punti, seguito da Sykes 33, Rea 31 e il ducatista del Team Barni Racing Fores 29.

L’appuntamento è ora per il weekend del 24-25 marzo a Buriram, in Thailandia, dove l’anno scorso arrivò la seconda doppietta consecutiva per Rea e Melandri riuscì a strappare un terzo posto in “gara 2”.

 

foto LAT Images