Noi rispettiamo le regole. Ora, i motori sono spenti, ma siamo pronti ad accenderli, appena sfuma il coronavirus. Via, in sella, un colpo di gas e si ritorna in strada e in pista, più manette di prima.

 

Una città che prova a resistere anche grazie alle due ruote
A Bergamo, epicentro della pandemia di coronavirus, la situazione ha dell’incredibile, sono in vigore tutte le drastiche norme messe in campo dal Governo per evitare la trasmissione del virus. Ai cittadini è stato imposto di restare a casa e tutte le attività sono sospese. Di conseguenza, quando c’è bisogno di cibo o altri beni, molti di loro si rivolgono ai negozi che offrono le consegne a domicilio. La categoria dei riders, dopo quelle di medici e infermieri, è una di quelle più a rischio di contagio, il loro lavoro è determinante per aiutare a contenere la diffusione del COVID-19.
Di tutti i tipi le consegne di cibo: pane, latte, frutta e verdura fresca, prodotti secchi e altri generi alimentari fondamentali. Senza dimenticare che gli ospedali dipendono dai corrieri per rifornirsi di forniture mediche.

In trincea le aziende di e-commerce, che stanno ricevendo ordini da tutta provincia, consegnando quintali di beni di prima necessità.

In prima linea, anche sulle motociclette, schiere di magazzinieri e corrieri, per aiutare ad evadere gli ordini arrivati in questo periodo.
“I rider sono formiche. Nulla può fermarli”.