Tutti con gli occhi puntati sul Lago d’Endine venerdì 10 agosto, a Spinone al Lago. Dallo specchio d’acqua antistante il lungolago spunterà, con un forte getto d’aria il pluri-campione italiano e già campione europeo di moto d’acqua Michele Cadei, che per la prima volta sul Lago d’Endine proporrà un’esibizione di hydrofly.

Un bel “regalo” quello di Cadei, da sempre affezionato alla sua terra, la Val Cavallina, lui che è di Cenate Sotto, che ha voluto portare questa originalissima, quanto spettacolare, disciplina, nell’ambito della programmazione di “Notte sotto le stelle”, altro grande evento turistico, che da alcuni anni sta caratterizzano l’estate di Spinone al Lago.

L’appuntamento, come detto, è per venerdì 10 agosto, dalle 19 alle 21. Michele Cadei non mancherà di lanciarsi in aria con il suo hydrofly, per la gioia dei partecipanti all’evento festaiolo, come pure non mancherà di rispondere alle domande che gli interessati e i curiosi vorranno fargli. Del resto, non capita tutti i giorni in Val Cavallina di vedere un’esibizione di hydrofly: di solito, è il mare la palestra più naturale per questa disciplina.

Ma andiamo a conoscere chi è Michele Cadei e, in particolare, cos’è l’hydrofly.

Michele Cadei

Nato a Trescore Balneario, 44 anni fa, Michele Cadei risiede a Cenate Sotto. Titolare della Cadei srl (carrozzeria, concessionaria auto e rent a car -“Cad Rent” -), ad Albano Sant’Alessandro (BG), Michele Cadei si avvicina alla moto d’acqua per gioco nel 2009. Subito ne rimane folgorato, tanto che in pochi anni diventa uno dei massimi esponenti della disciplina, inserita nella Federazione Italiana Motonautica (FIM).

La carriera agonistica di Michele Cadei parla più di mille presentazioni. Il bergamasco, già vincitore della King of Diga nel 2009, quando si è avvicinato per la prima volta a questo sport, ha già al suo attivo sei titoli tricolori, salendo dalla categoria F3, F2 e F1, la più blasonata. Sei stagioni per altrettanti titoli italiani, un escalation notevole. Inoltre, ha in tasca il titolo di vice-campione internazionale della mitica “Pavia-Venezia”, conquistato nel 2011. LO scorso anno ha fatto suo in titolo di vice-campione europeo, bissato anche quest’anno nelle acque di Portimao, in Portogallo.

E attualmente, il portacolori del Jet Fly Team di Bergamo (da lui fondato nel 2015) sta battagliando per il titolo italiano 2018 Endurance (categoria unica), che è alla sua portata: dopo le gare di Bacoli, Caorle, Brindisi e Milano, che lo hanno portato ai vertici della classifica, c’è da disputare la quanta ed ultima tappa, in programma l’8 e il 9 settembre, nelle acque di Anzio, in provincia di Roma.

Un’annata nel complesso positiva, che potrà essere eccezionale, se riuscirà a conquistare il titolo tricolore 2018. Vedremo. Ma intanto è giusto ricordare la recente doppietta conseguita, a luglio, all’Idroscalo di Milano, dove ha lasciato i gradini più bassi del podio ad Antonio Tadiello e a Mirko Spoto, rispettivamente 2° e 3° classificati. Una grande gara, come pure quella di Bacoli, che lo ha visto chiudere secondo assoluto. O come ancora quella di Caorle, anche lì vittorioso. Vedremo, dunque, nell’ultima tappa romana se ci sarà la classica ciliegina sulla torta di una stagione che di per sé è già positiva.

Michele Cadei una Kawasaki da oltre 350 cv elaborata da Stefano Formaiani; è seguito sempre dal suo personal trainer Valentino Domenighini, ma anche dalla sua famiglia: la moglie Sonia, le figliolette Nicole e Cloe.

 

Hydrofly

Uno sport adrenalinico, che consente di volare sull’acqua, vivendo un’esperienza di estrema libertà e vincere così la forza di gravità. Una disciplina acquatica che accomuna amatori ed agonisti.

Presentata per la prima volta nel maggio 2015 ai campionati del mondo di moto d’acqua, ha ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del CONI, che ne ha programmato il primo campionato italiano nel 2016 e che, tramite la Federazione Italiana Motonautica, ha affidato a Michele Cadei il compito di svilupparla e promuoverla, a livello italiano e internazionale. Ormai, Michele Cadei è una figura istituzionale nel panorama italiano della disciplina, un testimonial di grande livello, alla luce anche dei suoi risultati sportivi. E il suo Jet Fly Team è ambasciatore in Italia della disciplina.

L’hydrofly è uno sport tanto avvincente, quanto semplice. Servono due persone, una sulla moto d’acqua che gestisce la propulsione sott’acqua e in aria di acqua pressurizzata tramite l’accelleratore; ad essa è collegato un tubo, variabile dai 18 ai 30 metri, che consente all’altra persona, l’atleta, di elevarsi in volo sopra la superficie dell’acqua, grazie a degli scarponcini, i wakeboard, fissati su una tavoletta, il flyboard, che riceve l’idrogetto dal tubo. Le evoluzioni degli atleti sono fantastiche, raggiungono anche i 15 metri di altezza.

L’apprendimento è rapido, come pure la libertà di movimento, che dipende dall’inclinazione dei piedi. Il suo utilizzo dà sensazioni eccezionali; imparare ad uscire dall’acqua richiede pochi minuti di esercizio, dopo i quali è facilissimo muoversi sott’acqua come un delfino e sfidare la legge di gravità,… volando in aria.

Gli ugelli idrogetto sotto i piedi garantiscono il 90% della propulsione e permettono un movimento che dipende sia dall’inclinazione dei piedi che dall’uso degli ugelli alle mani, necessari per assicurare la stabilizzazione cosi come fossero delle aste. E’ anche possibile adattare il flyboard senza ugelli e aste alle braccia per un divertimento sempre maggiore.

Il flyboard è molto intuitivo: è come imparare a camminare. Trovando il giusto equilibrio si può compiere ogni tipo di evoluzione, sia decollando dall’acqua che tuffandosi in essa.

A promuovere l’hydrofly in Italia è il Team Jet-Fly di Bergamo, fondato da Michele Cadei nel 2015, che raduna una ventina di piloti, tutti dotati di tessera-conduttore rilasciata da istruttori riconosciuti dalla FIM.

Oltre che per amatori, l’Hydro-Fly prevede anche delle competizioni: la gara si sviluppa in un campo dedicato ed esclusivo, un rettangolo di 50 x 50 metri delimitato da 4 boe, non collegate fra di loro, in parallelo al litorale. Una banchina galleggiante serve da area di lancio/parcheggio e consente ai concorrenti di dare gas e decollare da entrambi i lati. Tutte le fasi preparatorie della gara sono seguite e coordinate da un commissario hydrofly della FIM.